Mi ricordo di Milano, era inverno. Passeggiavo per i navigli invasi dalla nebbia con qualcuno... Era il mio uomo, lo avevo conosciuto a Città del Capo, lui era inglese, lavoricchiava come broker immobiliare. Io ero a Città del Capo per una sfilata di moda. Eh sì! Io avevo preso il posto di mia madre "La russa di Sakhalin" sulle passerelle di mezzo mondo. Surfavo il sistema in maniera elegante e discreta. Poi... Accadde qualcosa, qualcosa di brutto... Cosa accadde... Non posso averlo scordato... ... Ah, sì! Il mondo fu...
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Mi ricordo di Milano, era inverno. Passeggiavo per i navigli invasi dalla nebbia con qualcuno... Era il mio uomo, lo avevo conosciuto a Città del Capo, lui era inglese, lavoricchiava come broker immobiliare. Io ero a Città del Capo per una sfilata di moda. Eh sì! Io avevo preso il posto di mia madre "La russa di Sakhalin" sulle passerelle di mezzo mondo. Surfavo il sistema in maniera elegante e discreta. Poi... Accadde qualcosa, qualcosa di brutto... Cosa accadde... Non posso averlo scordato... ... Ah, sì! Il mondo fu colpito da un qualche tipo di morbo. Molti morirono, molti altri, quasi tutti per la verità, furono ridotti in miseria. Qualcuno subito, qualcuno dopo qualche tempo, io resistetti quattro anni.
Ricordo che una mattina ero in metropolitana e lessi un annuncio di lavoro. No, non di lavoro! Cercavano persone disposte a fare da cavie per un qualche tipo di esperimento. Non era la prima volta per me e avevo sempre avuto fortuna. Risposi all'annuncio. E...
E poi basta. Non ricordo più nulla fino ad alla mattina di dieci giorni fa. Ho aperto gli occhi ed ero sdraiata su un letto di fiori rossi e neri. Mi hanno mostrato la mia cartella clinica. È tutto in ordine, ci sono tutte le firme, le mie. A quanto pare li ho autorizzati a staccare la testa dal mio corpo, criogenizzarla, attaccarla ad un corpo meccanico e rianimarla.
Ah, ma non c'è problema, hanno detto. Tutto è stato fatto solo per il bene dell'umanità, e gli organi del mio corpo sono stati tutti donati salvando molte vite.
Mi ricordo di Berlino, era estate. Ero su un prato che faceva da argine a un canale, alle mie spalle c'era un grosso ospedale. Mi aveva dato appuntamento lì una redattrice di Vanity Fake, dovevamo organizzare degli scatti per la loro copertina di settembre. Fu divertente. Mi dipinsero tutto il corpo e lo cosparsero di accessori. Sembravo un vero androide, anche se loro insistevano a chiamarmi ginoide per non so che protesta di un gruppo femminista locale.
Mi ricordo che andai in bagno, c'era uno specchio... Come questo qui davanti a me. 130 anni mi separano da quella giovane mascherata da robot che è solo la me di dieci anni fa. Vanity Fake aveva preparato un servizio sul transumanesimo, una cosa fichissima, praticamente la vita eterna.
Mi hanno spiegato che finchè regge il macinino a cui hanno attaccato la mia testa io vivrò. Se per quel giorno avrò avuto modo di trovarne uno nuovo vi trasferiranno la mia testa, e così per sempre. Finchè potrò pagare per un corpo nuovo. Mi hanno mostrato un depliant, c'è una vasta scelta. Ci sono modelli ultraavanzati che replicano perfettamente tutte le sensazioni di un vero corpo umano. Il mio modello è un modello di base, niente sensori tattili se non alle dita delle mani, niente rifinitura in similpelle, ma, cosa importantissima, dotato di una avanzatissima interfaccia di rete. Posso chiamare chiunque io voglia, recuperare libri, riviste, olofilm. L'interfaccia neuronale è connessa direttamente alla mia corteccia cerebrale. Non c'è interruzione dal pensare di aver bisogno di una informazione e l'arrivo della stessa dall'interfaccia. Posso conservarvi i miei ricordi. È un enorme cloud dove tutti caricano i loro ricordi e li recuperano ogni volta che ne hanno bisogno. Comodo. Però alle volte ho come l'impressione che i ricordi non siano più così autentici. Mi devo ricordare di parlarne con i miei amici...
Mi ricordo di Milano...
- - - 5 - Non oserai mettere in dubbio il sistema, mai. - - -